Si dice che il pandoro piaccia di più ai bambini e il panettone agli adulti; si pensa che il panettone sia più genuino e il pandoro più figlio del marketing; si dà per scontato che il panettone sia il lievitato natalizio per eccellenza.
Tutto vero?
Il Re e il suo principe ereditario
I dati sui consumi non mentono mai e tolgono tutti i dubbi e i pregiudizi: la distanza tra pandoro e panettone è sempre meno netta.
Unione italiana Food ha diffuso i dati della produzione 2023, prendendo in considerazione i brand principali. Il panettone registra un aumento del 3,5% in termini di volume e di 6,5% per quanto riguarda il valore; il pandoro è in crescita del 4,1% per volume e del 5,9% per valore. Confrontati con i dati degli anni immediatamente post-Covid, questi appaiono decisamente migliori per entrambi i prodotti. Inoltre, anche se il panettone vende di più, la distanza con il pandoro va diminuendo. Il pandoro è passato dai 156 milioni nel 2022 ai 165,2 milioni nel 2023.
I consumi nelle regioni italiane e all’estero
Il pandoro è veronese e, infatti, al nord-est è il più scelto; il panettone, milanese, domina il nord-ovest, con la variante del panettone glassato e ricoperto di nocciole che – ovviamente – piace molto ai piemontesi. La regionalità e le tradizioni indirizzano i consumi.
E poi si mescolano le carte con i panettoni artigianali, biologici, senza canditi oppure con frutta candita più di tendenza, come i frutti di bosco, o ancora con le gocce di cioccolato. Difficile che non si trovi un panettone in linea con i propri gusti o bisogni (esistono anche senza glutine).
Il 19% dei consumi, poi, si riferisce all’export. Poca cosa, ma i numeri sono in aumento e indicano i riscontri positivi che vengono dai paesi europei, dal Regno Unito e dagli USA, in particolare.
Anche a Natale le tavole di tutto il mondo parlano sempre di più italiano, dunque? Vedremo i dati degli anni successivi, sperando di conquistare anche l’Asia…