In Italia non esiste un solo miele, ma ci sono oltre 30 varietà di mieli uniflorali e moltissime varietà di millefiori. L’ambiente in cui le api vivono, la vegetazione e i suoi fiori, il clima e la qualità del territorio, ci regalano un miele ogni volta unico, profondamente legato al luogo che lo ha fatto nascere.
Le api, con il loro lavoro, sono così importanti e ormai fragili (perché messe a rischio dall’uomo) da meritarsi una Giornata Mondiale delle api, il 20 maggio.

È buono e fa bene

Il miele è un grande alleato della salute. Tra i suoi superpoteri confermati dalla scienza abbiamo proprietà antiossidanti; proprietà calmanti per tosse e mal di gola; proprietà antibatteriche. I benefici, poi, cambiano in base al tipo di miele, quello di castagno, ad esempio, depura fegato e reni.
Attenzione! Il miele non è raccomandato per i bambini sotto i 12 mesi a causa del rischio di botulismo infantile.

Riconoscere la qualità

Chiariamo subito che: per legge, la denominazione commerciale di miele è ammessa solo se fatto dalle api a partire da nettare o da melata. Cioè, non sono vendibili mieli artificiali o fatti con lo zucchero.
Dato che non è obbligatorio riportare sull’etichetta una data di scadenza, si può osservare il deterioramento con la separazione di fasi, cioè l’evidenziazione di uno strato di miele liquido alla superficie del prodotto cristallizzato.

GDO e miele, che numeri!

Nel 2024, nel solo canale della GDO, si sono vendute circa 15.977 tonnellate di miele confezionato (+3,4%) per un valore di circa 169 milioni di euro (+0,8%). Valori che sono conseguenza dei consumi: miele a colazione per 7 italiani su 10, ma anche per lo spuntino di metà mattina (15,9%) o di metà pomeriggio (37,1%); per il 19,5% è una coccola a fine serata, per il 10,4% è un energetico dopo l’attività sportiva. Lo dice la ricerca ‘Gli Italiani e il miele’ commissionata dal Gruppo Miele di Unione Italiana Food ad Astraricerche.