Fanno parte dei prodotti di quarta gamma, ossia di quelli venduti confezionati e già pronti all’uso, sono le insalate in busta.
In Italia le amiamo e ne facciamo grande uso, ce lo dicono i dati, e non perché costano poco, ma perché ci fanno risparmiare tempo e fatica.
Figlie del ventesimo secolo
Il ventesimo secolo si ricorda anche per l’arrivo dei prodotti freschi nei supermercati e in cucina, imbustati grazie alla “atmosfera modificata”. Anche se già nell’Ottocento si conoscevano i benefici dell’atmosfera modificata, è solo nel Novecento che tale tecnologia cambierà usi e consumi di tutti.
L’atmosfera modificata o MAP (Modified Atmosphere Packaging), conosciuta anche come atmosfera protettiva, è una tecnologia che, grazie a gas come azoto, ossigeno e anidride carbonica, permette di mantenere a lungo – almeno fino a una certa data di scadenza – gli alimenti lasciandone inalterati valori nutrizionali, aspetto e sapore. I vantaggi sono facilmente intuibili: meno scarti, meno fatica e meno tempo tra i fornelli.
I gas vanno usati in concentrazioni adeguate e a seconda dei casi. Per esempio, l’anidride carbonica inibisce la proliferazione di funghi, muffe e batteri; rallenta la macerazione dei vegetali e ne mantiene il colore verde, ma non si usa per prodotti lattiero-caseari. L’azoto, invece, è utilizzato come gas di riempimento e contrasta in una certa misura l’ossigeno, che permette la proliferazione di funghi e batteri.
Sfruttano la MAP prodotti come le insalate in busta, le patatine, le merendine, ecc. Fondamentale, per questi prodotti, è il rispetto della catena del freddo.
Il problema della plastica
Molti demonizzano le insalate in busta perché sono uno spreco di plastica. Cosa dice l’Europa?
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi. L’accordo stabilisce i requisiti per rendere tutti gli imballaggi riciclabili e per portare al minimo la presenza di inquinanti eterni, i PFAS.
Le nuove norme introducono restrizioni su alcuni formati di imballaggio, come gli imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura fresche, per alimenti e bevande, condimenti, salse nel settore HORECA, per campioncini cosmetici e di cortesia, per sacchetti di plastica molto leggeri. Ancora salve, per ora, le insalate in busta.